Percorsi

Un esempio di percorso in mountain bike di circa 10 km tratto dal volume: a piedi in Brianza – vol. 1


La parte più interessante dal punto di vista geobotanico si svolge lungo il tratto Canonica – Albiate allorché il sentiero scorre parallelo al fiume e per buona parte è osservabile la traccia dell’antica roggia del Principe, sulla riva destra del fiume, in parte invasa dal sentiero stesso. La roggia, voluta nel 1780 da Ferdinando d’Austria, prelevava l’acqua dal Lambro, a Sovico, per alimentare il laghetto dei Regi Giardini della Villa Reale di Monza. Chiusa negli anni 50/60, è da considerarsi monumento storico, ma purtroppo ha subito profondi mutamenti nel corso del tempo, e in buona parte è stata distrutta, ma è ancora ben ricostruibile nel suo percorso, sia all’esterno (qui a Biassono, delineata da alberi e arbusti lungo la mura di cinta) che all’interno del Parco di Monza.

Uno sguardo attento meritano anche le formazioni di conglomerato (ceppo del Lambro) che accompagnano il sentiero nel tratto iniziale, a partire dal ponte della ferrovia, fin quasi all’altezza dei mulini Bassi di Sovico e nell’ultimo tratto del percorso, in quel di Realdino (Carate), allorché la parete di conglomerato incombe sul sentiero e lo racchiude tra sé stessa e la cinta di confine di una azienda.

Cartina del percorso – il ponte pedonale  uno sguardo dal ponte – archeologiaDue nuovi ponti hanno permesso di completare il percorso ciclabile che dal Parco di Monza porta fino a Erba. A Biassono, presso la cascina Marianna e a Canonica detto anche punt de sbiess essendo posizionato con un angolo di circa 45 gradi rispetto all’asse del fiume.

Curiosità: incontro con l’uomo selvatico o l’uomo dei boschi a Sovico. Chi è l’uomo dei boschi?. E’ una figura mitologica e primitiva, la cui dimora è il bosco e che, nella cultura alpina, rappresenta l’unione fra gli umani e la natura. E’ amico e nemico, temuto e divinizzato possessore di facoltà negate all’uomo. E’ una sorta di saggio del bosco, al quale va portato rispetto, perché sacro. E a proposito di sacro, non mancano esempi di devozione popolare che ancora oggi trovano numerose manifestazioni in un diffuso, genuino, spontaneismo legato soprattutto alla Madonna. Tra queste, la più significativa riguarda la cosiddetta “Funtanin della Madona del suldàa” a cui la devozione popolare ha dedicato una edicola votiva circa 150 anni fa. Si tratta di un piccolo tabernacolo posto lungo la riva sinistra del rio Pegorino, edificato nel 1879, nel luogo in cui sgorgava acqua da una sorgente miracolosa, e che ancora oggi è luogo di speranza nella intercessione della Madonna. Peccato che l’onnipresenza della plastica ne inquini la semplice ma commovente bellezza. Un altro esempio, seppur più recente si trova in questa Madonna del Lambro, lungo il tratto di sentiero che dalla stazione di Biassono-Lesmo porta al nuovo ponte ad arco posto appena sotto il ponte della ferrovia Carnate-Seregno.